martedì 12 febbraio 2013

Glossario ICT & KM - Lettera C (parte III)

·         Conservazione sostitutiva
La conservazione sostitutiva è una procedura legale/informatica regolamentata dalla legge italiana, in grado di garantire nel tempo la validità legale di un documento informatico.
Si intende per documento una rappresentazione di atti o fatti e dati su un supporto sia esso cartaceo o informatico (delibera CNIPA 11/2004)
La conservazione sostitutiva equipara, sotto certe condizioni, i documenti cartacei con quelli elettronici e dovrebbe permettere ad aziende e all'amministrazione pubblica di risparmiare sui costi di stampa, di stoccaggio e di archiviazione. Il risparmio è particolarmente alto per la documentazione che deve essere, a norma di legge, conservata per più anni.
Conservare digitalmente significa sostituire i documenti cartacei, che per legge alcuni soggetti giuridici sono tenuti a conservare, con l'equivalente documento in formato digitale che viene “bloccato” nella forma, contenuto e tempo attraverso la firma digitale e la marca temporale. È infatti la tecnologia della firma digitale che permette di dare la paternità e rendere immodificabile un documento informatico, affiancata poi dalla marcatura temporale permette di datare in modo certo il documento digitale prodotto.

·         Content
La proprietà intellettuale e la conoscenza da impartire. I contenuti e-learning possono essere: testi, audio, video, animazione e simulazione.

·         Content on demand
Distribuzione di contenuti didattici su richiesta, in qualunque momento, tramite rete. Varianti possibili sono l’audio on demand e il video on demand.

·         Cooperazione applicativa
La cooperazione applicativa in generale attiene alla capacita di un’applicazione di far uso - nel corso del suo processo elaborativo - di un’informazione elaborata da un’altra applicazione, attraverso l'interoperabilità dei sistemi informativi sottostanti.
Cooperazione e interoperabilità, quindi, non sono concetti disgiunti e neanche dei sinonimi. Usati congiuntamente definiscono una specifica capacità di due o più sistemi informativi connessi in rete di disporre automaticamente, per le proprie finalità applicative, dei dati che sono producibili e/o acquisibili attraverso il processo elaborativo delle applicazioni operanti in altri sistemi informativi (è questo il caso, ad esempio, di un applicativo sanitario che può richiedere i dati anagrafici di un cittadino, al sistema di anagrafe civile del comune di residenza del cittadino).
Il programma della Commissione europea IDABC (Interoperable Delivery of european egovernment services to public Administrations, Businesses and Citizens) definisce univocamente l'interoperabilità come la capacità dei sistemi tecnologici di informazione e comunicazione (ICT), come pure dei processi operativi che essi supportano, di scambiare dati e permettere la distribuzione dell’informazione e della conoscenza.
Questa distinzione tipicamente italiana, consente infatti di definire un modello di architettura concettuale (SPCoop) che garantisce l'interoperabilità tra sistemi informativi diversi, per erogare servizi integrati agli utenti. Infatti, ciascun sistema informativo può differenziarsi in genere dall’altro per le scelte implementative sottostanti (linguaggio di programmazione e formato dei dati). Nel panorama della Pubblica amministrazione italiana la presenza di una molteplicità di soluzioni architetturali per la cooperazione applicativa ha indotto la scelta di una soluzione infrastrutturale unica che, da un lato, preserva l’autonomia delle scelte delle amministrazioni e che, dall'altro, consente ai diversi sistemi di interoperare fra loro per erogare servizi integrati agli utenti. L’interoperabilità fra amministrazioni, infatti, non può che svilupparsi sulla base di standard omogenei e condivisi in modo tale che siano identificati i servizi ed i dati che ogni amministrazione decide di rendere disponibili sulla rete. Poiché lo scambio di dati e servizi delle amministrazioni avviene tra entità di pari livello, lo scopo dell’architettura SPCoop di cooperazione applicativa è, appunto, quello di permettere l’integrazione dei processi e dei dati di amministrazioni diverse. Nella fattispecie, SPCoop definisce un’infrastruttura tecnologica di “interfaccia” con cui i diversi sistemi/organizzazioni “presentano” e “scambiano” i propri dati e servizi. La definizione di questa infrastruttura (i cui elementi tecnologici principali sono stati individuati nella Porta di Dominio e nella busta di e-Gov) consente di organizzare un vero e proprio backbone di interscambio e di cooperazione per i dati ed i servizi delle diverse amministrazioni.

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