sabato 31 gennaio 2015

Alfabetizzazione digitale: il metodo Manzi 2.0

Dalla sua nascita la RAI ha svolto un ruolo determinante nel processo di alfabetizzazione del paese. oggi i‘italia ha uno dei tassi di analfabetismo digitale più alti in europa, pari a oltre un terzo della popolazione; l’obiettivo dell‘agenda digitale europea è di ridurlo nel 2020 al 15%.
Il contributo della rai all‘agenda digitale italiana è un progetto di “alfabetizzazione” che punta a ridurre il ‘digital divide’, un fenomeno che nella prospettiva di un‘emittente pubblica si traduce innanzitutto in un ‘cultural divide’. Le linee guida del progetto si pongono l’obiettivo di sviluppare un piano di comunicazione declinato sull’offerta rai con una presenza che virtualmente potrà essere 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno. ripetendo, quindi, l’esperienza effettuata negli anni ‘60 con la famosa trasmissione “non è mai troppo tardi” ma con un approccio del tutto diverso e consapevole dei cambiamenti intervenuti sia nella società italiana sia sul piano delle modalità comunicative. non quindi con l’idea di proporre una trasmissione specifica di alfabetizzazione, ma con una contaminazione dell’intera programmazione del servizio pubblico, dai programmi della mattina alle fiction ai talk show fino a produzioni specifiche, utilizzando i diversi canali e le diverse proposte possibili.



Articolo tratto da: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Rai-Confindustria-arriva-il-maestro-Manzi-2-punto-0-3c8546b5-9972-46c4-95b1-0caf2acc5218.html

sabato 24 gennaio 2015

Il metodo Feuerstein e le disabilità intellettive

Il metodo Feuerstein prende il nome dallo psicopedagogista rumeno Reuven Feuerstein, che lo ha elaborato per sviluppare l'intelligenza di bambini con problemi di apprendimento o con handicap mentali, oppure affetti da sindrome di Down. Il metodo è oggi applicato anche a studenti, ma anche a persone adulte, ad esempio lavoratori che devono aggiornarsi alle nuove tecnologie, disoccupati ed emarginati. La prima fase del metodo prevede la misurazione del potenziale di intelligenza di un bambino, di un adulto, per poi svilupparne appunto l'intelligenza con apposito insegnamento centrato sulla mediazione didattica.
Mediazione didattica fatta da una persona professionalmente preparata ad applicare il metodo in uno dei centri accreditati ufficialmente. La parte applicativa del metodo è il PAS (Programma di Arricchimento Strumentale) con cui si procede tramite esercizi, svolti sempre sotto la guida di un insegnante, a sviluppare l'intelligenza intesa come proprietà dinamica della mente, cioè modificabile. In sintesi il metodo consiste nel rendere consapevole il bambino, l'individuo, che attua dei precisi processi mentali quando impara o risolve dei problemi. Che può essere consapevole di questi processi mentali, (può "vedere" come pensa) e che può modificarli per meglio imparare e risolvere problemi di varia natura, non solo matematici o scolastici. Ad esempio gli esercizi del PAS puntano a far controllare l'impulsività quando si deve rispondere ad una domanda o risolvere un problema, che bisogna riflettere prima di compiere anche la più piccola azione e che ci si deve chiedere sempre quale è il problema e come lo si è risolto e perché si ha avuto successo o meno.
Lo stesso Feuerstein afferma e dimostra, dato che il metodo è ormai applicato in varie nazioni, che il cervello umano è modificabile strutturalmente se opportunamente stimolato e che ad ogni età un individuo può cambiare ed incrementare la propria intelligenza che può così essere insegnata.
Secondo il metodo Feuerstein, l'intelligenza non è un tratto ereditato geneticamente e perciò immutabile; è invece uno stato, risultato di diverse componenti, di cui quella genetica non è la sola né la più importante. L'intelligenza è la propensione dell'organismo a modificarsi nella sua struttura cognitiva, in risposta al bisogno di adattarsi a nuovi stimoli, di origine interna o esterna che siano.

martedì 13 gennaio 2015

Dossier 'L'albero di Lullo' - VIII parte - 'Nuove metodologie di trasmissione della conoscenza'



INTERVISTA A ANNARITA FAGGIONI
REALTA’ : IL PIACERE DI SCRIVERE
RUOLO: WRITER/BLOGGER

Il libro e dunque la trasmissione della conoscenza su supporto cartaceo è stata indiscutibile per secoli. Cosa accade quando tecnologie, linguaggi, modalità di creazione e di trasmissione cambiano così rapidamente e in profondità? Emergeranno forme di produzione e comunicazione della conoscenza e delle emozioni del tutto nuove grazie a questi fattori?

Succederà quanto è accaduto quando si è passati dal rotolo al libro come oggi lo intendiamo, oppure da quando si passò dalla “scrittura a mano” alla stampa a caratteri mobili. Scetticismo, qualche nostalgico, aspre discussioni, ma alla fine si valuteranno i contenuti e ci si abituerà al nuovo strumento con naturalezza.

Gli strumenti migliorano le capacità dell'Uomo senza che questi se ne accorga: le conoscenze e i sentimenti restano gli stessi, ma saranno semplicemente veicolati diversamente. Tutto qui, con buona pace dei detrattori.

Quali forme assume la trasmissione della conoscenza grazie agli strumenti (blog, forum di discussione, e-book) che ci ha fornito la rivoluzione digitale negli ultimi 20 anni?

In principio era l'audiolibro, usato soprattutto per i bambini: si imparava a leggere e somigliava vagamente alla voce della mamma che leggeva la fiaba. Ora non siamo semplici ascoltatori e passivi fruitori, ma protagonisti.

La conoscenza non è più il passaggio da una persona all'altra, ma un interscambio che arricchisce entrambe le parti, qualsiasi forma si preferisca. Si cresce parlandone.

Alcuni sostengono che l’e-book possa essere pensato come propulsore della quarta rivoluzione dopo il passaggio dall’oralità alla scrittura, dal rotolo all’impaginato, dal manoscritto alla stampa. Dunque, dal libro al computer. Che cosa ha di diverso, e/o di simile, questa quarta rivoluzione rispetto alle altre dal punto di vista storico e culturale?

Di simile ha sicuramente l'atteggiamento di chi scopre ora questa novità, anche se, più che di “propulsore”, parlerei di “strumento nuovo”, perché sono le persone a essere propulsori di conoscenza.

Diversi i contesti e gli ambiti di applicazione: in tanti oggi possono creare un e-book, mentre in passato sicuramente era più difficile poter pubblicare. L'oggetto “libro” è stato così svalutato, perché svilito nei contenuti (e non per la scusa del cambiamento di formato). Dal punto di vista culturale, sicuramente una rivoluzione, da affrontare con coraggio e flessibilità.

Partendo dall’esperienza del blog ‘Il piacere di scrivere’ , credi che l’e-book sia il futuro del libro e che “soppianterà” il testo scritto su carta cui siamo abituati? Quali saranno le conseguenze culturali di questo passaggio?

Diversamente dai passaggi precedenti, dove i passaggi sono stati più veloci (anche se ci sono stati periodi di transizione rotolo-libro e manoscritto-stampa), qui la convivenza sarà sicuramente più lunga. Dubito che ci sarà un tempo in cui il cartaceo sarà totalmente soppiantato, sicuramente i suoi usi diminuiranno. Le conseguenze culturali sono dettate dalla praticità: se l'e-book aumenterà di diffusione, allora si preferirà quel formato per i propri contenuti e si comincerà a pensare a un contenuto più internazionale possibile (perché, potenzialmente, anche all'estero possono leggerci), ma magari si conserverà un cartaceo come prova materiale.

Dossier 'L' albero di Lullo' - VII parte 'Conoscenza e formazione 2.0'

Dossier ‘L’albero di Lullo’

Per produrre valore economico, occorre mettere insieme tipologie di sapere molto differenti, e spesso complementari. Parlare di economia della conoscenza consiste nello studio dei processi economici che portano alla generazione di valore economico attraverso l’uso di conoscenze, nelle varie forme che queste possono assumere. Una perfetta rappresentazione simbolica di tutto ciò ci viene data dall’Arbor Scientiae del filosofo Raimondo Lullo per la descrizione della cosiddetta tecnica combinatoria.
Secondo la sua teoria, infatti, selezionando i termini essenziali, e configurando così con essi uno schema di partenza, la concatenazione delle condizioni e delle cause di relazione tra essi consente una perfetta conoscenza della realtà. Questo schema combinatorio veniva dal Lullo raffigurato come un albero, che finiva per diventare anche una mnemotecnica, cioè un metodo per dare sistematicità ed efficienza alla memoria, attraverso cui rappresentare le categorie fondamentali (radici) da cui derivare e ricordare attraverso progressive specificazioni (tronco, diramazioni, foglie, fiori e frutti) tutte le possibili verità.
La conoscenza e il suo corretto utilizzo è importante in ogni ambito della nostra realtà, da quello scolastico, a quello aziendale, a quello (in)formativo, a quello amministrativo, seppur con molteplici significati e sfaccettature. Il dossier ‘L’albero di Lullo’ ha come obiettivo quello di raccogliere interviste, proposte e prodotti della conoscenza da condividere e sviluppare, in maniera partecipativa e cooperativa.






CONOSCENZA E FORMAZIONE 2.0

Intervista a Antonella Muscetta
Attività: Giano ForLab
Ruolo: Responsabile Amministrativo


E-learning e FAD (formazione a distanza): chi può partecipare in genere a esperienze formative di questo genere?
Il dibattito sulla Formazione a Distanza (FAD) è sempre più acceso negli ultimi anni, così come quello sull’e-learning. Ma partiamo proprio dalla definizione di ‘e-learning’, che non coincide affatto con quella di ‘e-training’. I percorsi formativi, infatti, assieme ai materiali didattici, i modelli di riferimento, la didattica tradizionale, orientata a educare secondo obiettivi e atteggiamenti predeterminati, hanno poco successo su internet. Perché qui il centro è il discente, non il docente: protagonista, più che mai, è il lettore, non l’autore. Per questo, chiunque può partecipare con successo a esperienze di e-learning: professionisti, manager, impiegati, dirigenti e funzionari di enti pubblici, insegnanti e studenti: tutti possono trarne motivazione e vantaggio. La rete non è solo un medium tra uno scrittore e uno o più lettori: è soprattutto un locus in cui si creano e si sperimentano nuova forme di comunicazione. Uno spazio virtuale, che però è vissuto in modo reale; la stessa storia del web è una storia di comunità. Ecco perché nella rete è possibile apprendere non solo in modo individuale e autonomo, ma soprattutto in maniera collettiva. Per fare formazione non basta erogare contenuti a livello informativo: bisogna chiedere un’azione e un ruolo di co-protagonista al discente. Buoni contenuti da soli non bastano. Serve una strategia didattica precisa, centrata sull’utente, che lo lasci libero di personalizzare il proprio percorso, puntando così al massimo coinvolgimento degli allievi, sulla loro partecipazione fattiva a una situazione che altrimenti non è né motivante né realmente formativa.
In quali contesti si può applicare l’e-learning e quali sono gli elementi essenziali per la formazione di una e-learning community?
L’e-learning può essere applicato a ogni campo e contesto professionale. Le comunità online hanno successo proprio perché rispondono a bisogni sociali di tipo emotivo, che consistono nel lavorare con altre persone e nell’apprendere tramite l’interazione. Per questo funzionano le e-learning community, ossia gruppi di studenti e di docenti supportati da risorse didattiche, che perseguono interessi e conoscenze comuni in un ambiente online. Funzionano e cresco proprio perché rispondono a un bisogno di apprendimento informale e ad esigenze specifiche, già personalizzate e ulteriormente personalizzabili. Uno dei modelli più conosciuti per le e-learning community si fonda su otto elementi essenziali:
Il fine: la ragione di esistenza della comunità;
Lo spazio condiviso: luogo di ritrovo dei componenti della comunità, ma anche di condivisione, apprendimento e generazione di conoscenza;
L’identità di gruppo: stabilisce confini precisi tra chi appartiene o non appartiene alla comunità;
L’identità personale: la reputazione del singolo all’interno della comunità e prevede la creazione di profili personali per favorire le relazioni tra i partecipanti;
La cultura condivisa: indica il sistema di scambio delle informazioni, favorendo la costruzione delle relazioni e della fiducia reciproca e pone le basi per la nascita di ruoli ben definiti;
L’autoregolamentazione: la definizione delle regole di comportamento, ma anche dei ruoli di leadership;
Il feedback: essenziale per comprendere i bisogni dei membri della comunità;
La tecnologia: uno strumento che aiuta a costruire e far crescere la comunità.

In quale momento del processo formativo e di generazione della conoscenza sarebbe più opportuno inserire una sessione di e-learning?
In un processo formativo ormai che potremmo definire ‘classico’, una metodologia di questo genere si inserirebbe bene dopo un primo momento di formazione in aula. La formula più vantaggiosa potrebbe comunque essere quella mista, aula più lavoro a distanza o blended learning, secondo il termine tecnico. L’interazione e la sperimentazione che si sviluppano online dopo le lezioni in aula, infatti, aumentano la durata, l’applicabilità e quindi l’efficacia di queste ultime. Pensiamo a un corso di formazione tradizionale, in aula. Spesso gli scambi più utili sono quelli che avvengono durante le esercitazioni, le sperimentazioni di gruppo, più che nell’ascolto con i relatori. Quindi, possiamo dire che la formazione e-learning non dovrebbe essere solo un’alternativa rispetto all’aula, ma un’integrazione di quest’ultima, rompendo con il senso di isolamento e freddezza che si può provare di fronte a un computer in una situazione formativa. Uno dei metodi per rendere l’e-learning più trascinante è quello riassunto nella formula CREAM:
Control: lo studente ha il controllo di ciò che sta facendo;
Relevance: il messaggio trasmesso deve essere attinente alle sue attività quotidiane e interessi;
Emotion: sensazioni positive che aiutano lo studente a memorizzare conoscenze ed esperienze;
Action: l’agire in prima persona da parte degli studenti;
Multi-sensory environment: creazione di un ambiente multisensoriale, con l’utilizzo di media differenti, che si adatti ai diversi stili di apprendimento.

Come si inserisce l’esperienza del Centro di Formazione a distanza Giano ForLab all’interno del moderno sistema di e-learning, al fine di rispondere agli attuali paradigmi della società dell’informazione?
Il centro formazione a distanza ‘Giano ForLab’ opera all’interno del sistema più moderno di e-learning al fine di rispondere ai paradigmi dell’attuale società dell’informazione. Al contrario di quanto succede, infatti, per la formazione tradizionale, il sistema di apprendimento a distanza permette di eliminare problemi legati a tempistiche e necessità di prendere parte a sessioni formative in presenza, rendendo possibile una formazione continua (lifelong learning) e un aggiornamento professionale mirato. I nuovi modelli di apprendimento e di strutturazione e condivisione della conoscenza danno origine a nuovi processi e metodologie educative e di apprendimento, legati entrambi alla necessità di utilizzo degli evoluti strumenti di comunicazione, nei più svariati contesti, da quello lavorativo, a quello della gestione delle risorse aziendali, da quello scolastico-educativo a quello legato all’innovazione e alla riorganizzazione dei processi amministrativi di enti pubblici e privati. Tra i servizi offerti per questo primo momento di avvio attività ci sono: formazione e-learning continua; aggiornamento professionale; download materiali di ricerca specifici (e-book); tutoring e ricerca al fine di redigere materiale didattico e/o documentale (dossier, white paper, relazioni, report, tesi, tesine); battitura materiale didattico e/o documentale (tesi, tesine, dossier, white paper, relazioni, report); focus tematici sulle aree tematiche interessate, realizzati attraverso la rubrica di approfondimento ‘In.Formazione’; collaborazioni con enti, strutture, pubblici e privati. In particolare, il progetto formativo interattivo prevede lo sviluppo delle seguenti aree tematiche, sviluppando i seguenti corsi di aggiornamento e formazione professionale:

PA e processi amministrativi (aggiornamento e innovazione dei processi amministrativi);
Didattica e metodologie di insegnamento (aggiornamento delle prassi educative e dei processi di apprendimento/insegnamento);
Discipline giuridiche, economiche, aziendali (gestione ed adeguamento normativo dei processi economici e aziendali di gestione della conoscenza e delle risorse);
Diritto e legalità (percorsi di cittadinanza attiva);
ICT e multimedialità (innovazione delle tecnologie per l’informazione e la comunicazione);
Hobbies and Works (laboratorio di interessi creativi e ricreativi).
Sono già in corso di realizzazione i nuovi corsi formativi e nuove pubblicazioni specifiche di settore. Una formazione in continua evoluzione.