venerdì 27 dicembre 2013

Sempre connessi nelle Smart Cities

I progetti che riguardano direttamente le Smart Cities hanno come punto fondamentale sia lo sviluppo del servizio WiFi che la disponibilità degli hotspot pubblici ed il loro utilizzo. In questo nuovo scenario di connettività, Guglielmo considera il Data Offloading il punto fondamentale ed allo stesso tempo indispensabile per l’accesso a internet del cittadino. La tecnologia è stata sviluppata per ‘scaricar’ le reti mobili degli operatori su rete WiFi, evitando così la congestione della rete attraverso l’utilizzo dei normali dispositivi mobili, come smartphone e tablet.

Questa modalità può essere normalmente applicata anche alle reti WiFi urbane, realizzate nell’ambito dei progetti Smart Cities. Per poter accedere l’utente deve effettuare un’autenticazione a dir poco complessa, per via dei campi da dover riempire che per l’utilizzo di eccessiva pubblicità invasiva. Il modo più efficace per autenticare un utente è attraverso la propria SIM e proprio per questo motivo è stata sviluppata dal motore di ricerca Guglielmo l’app BabelTEN, disponibile su Google Play per Smartphone e Tablet Android.
L’applicazione utilizza un algoritmo proprietario in grado di codificare i dati della SIM dell’utente, garantendo al cittadino di essere ‘ABC’ (Always Best Connected). Il Data Offloading è l’unico modo per rendere il WiFi uno strumento realmente complementare alle reti mobili e, allo stesso tempo, può essere molto utile per contribuire al suo sviluppo nella PA.

Autenticazione su base SIM, misurazione in tempo reale su entrambe le interfacce per riconoscere la migliore connessione disponibile, approccio Make – Before – Break per la continuità del servizio, ottimizzazione del processo di autenticazione sono alcune delle caratteristiche che rendono l’app di fondamentale utilizzo nelle future Smart Cities.

martedì 24 dicembre 2013

Buone feste...

Il Blog 'Economia della conoscenza (ICT & KM)' augura a tutti delle serene festività natalizie e un buon 2014, ricco di novità e voglia di (r)innovare ogni ambito della nostra vita...

martedì 17 dicembre 2013

Progetto Water (CNR) e utilizzo delle nanotecnologie per garantire un adeguato accesso all'acqua pulita

Il crescente ed incessante bisogno di accesso ad acqua pulita da parte di un numero sempre maggiore di individui nel mondo, la continua ricerca di soluzioni innovative a basso costo e con ridotti consumi di energia nei sistemi di filtrazione dell'acqua ed, infine, le grandi potenzialità delle nanotecnologie in questo settore, rappresentano i riferimenti ispiratori del progetto WATER (Winning Applications of nanoTEchnology for Resolutive hydropurification) coordinato dall'Istituto di Microelettronica e Microsistemi (IMM) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) che opera presso il Dipartimento di Fisica dell'Università di Catania, centro di ricerca già affermato e riconosciuto a livello internazionale come centro di eccellenza nell’ambito delle nanotecnologie.
WATER è stato approvato e finanziato con 4 milioni di euro dalla Commissione Europea nell’ambito del 7° Programma Quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico. A testimonianza della qualità dell'unità di ricerca catanese, il gruppo di ricerca proponente è stato giudicato eccellente nel campo delle nanotecnologie, facendo classificare WATER al nono posto su oltre 200 progetti che avevano superato la soglia di punteggio di 10/15, ed unico, tra i primi 21 ammessi a finanziamento, ad avere un capofila italiano.
In tutto il mondo circa 1.2 miliardi di persone non hanno un adeguato accesso all’acqua pulita. Le nanotecnologie hanno mostrato grandi potenzialità nel migliorare la filtrazione dell’acqua a basso costo e con ridotti consumi di energia. Queste sono le principali motivazioni alla base del progetto che, forte delle locali capacità ed esperienze nel campo delle nanotecnologie sviluppate all’interno del CNR, mira a sviluppare nuove applicazioni, attirando l’interesse d’industrie e nuovi investitori. Si prevede l'ampliamento delle esistenti infrastrutture di ricerca; lo scambio di conoscenze e personale con i partner europei e locali, al fine di studiare queste nuove applicazioni delle nanotecnologie e aumentare le opportunità di collaborazione; il miglioramento delle locali capacità manageriali; azioni innovative di divulgazione mirate sia al mondo scientifico che al grande pubblico; lo sviluppo di un piano strategico per la gestione delle proprietà intellettuali. Lo sviluppo di una tecnologia avanzata basata sull'utilizzo di nanomateriali da impiegare in dispositivi per la purificazione dell'acqua che possano produrre un impatto sull'economia, sulla società e sull’ambiente attraverso l’innovazione tecnologica; il rafforzamento del potenziale di ricerca del CNR per sviluppare una solida strategia di ricerca a lungo termine sulle applicazioni delle nanotecnologie; l’aumento della visibilità del CNR all'interno dell'area di ricerca europea.
Il territorio gioca un’importante ruolo all’interno del progetto, che si propone di dare un contributo al sostentamento ed allo sviluppo dell'economia della Sicilia Ionica, tramite la ricerca, lo sviluppo ed il successivo trasferimento tecnologico di nanotecnologie avanzate per la filtrazione dell'acqua su scala industriale. I materiali nanostrutturati, ad esempio gli ossidi metallici nanostrutturati, i nano-tubi di carbonio ed il grafene, intervengono nella purificazione dell’acqua attraverso processi chimico-fisici in grado di provocare l’abbattimento delle componenti batteriche, delle sostanze organiche e delle particelle tossiche. Tali nanotecnologie miglioreranno la qualità sia dell'acqua marina, attraverso la filtrazione delle acque reflue che si riversano in mare, che di quella potabile, apportando quindi un impatto importante in un'area che soffre di una cronica scarsità d'acqua.
In aggiunta sono state pianificate molteplici iniziative finalizzate all'accrescimento delle professionalità locali, al rafforzamento dell'impatto economico e sociale del CNR sul territorio, ad attuare una profonda integrazione/visibilità europea del gruppo proponente e ad instaurare una produttiva collaborazione con gli enti locali ed il tessuto economico produttivo.
Il progetto WATER si avvale del supporto di prestigiosi partner industriali, accademici ed enti di ricerca presenti nel panorama nazionale ed europeo. I partner industriali sono: ATLAS Filtri (Italia) e New Ecotecnica Sud (Italia). Tra i partner accademici ed enti di ricerca sono presenti: Università di Oslo, Centro per la Scienza dei Materiali e la Nanotecnologia (Norvegia); Università di Sheffield, Gruppo Pennine Water (UK); Università di Catania, Centro per l’Aggiornamento delle Professioni, per l’Innovazione ed il Trasferimento Tecnologico (Italia); Centro Nazionale della Ricerca Scientifica, Centro di Elaborazione dei Materiali e degli Studi Strutturali (Francia); Consiglio Superiore di Ricerca Scientifica, Istituto Pireneo di Ecologia (Spagna); Istituto di ricerca per le tecnologie sull’acqua e le acque reflue Versuchs-und Lehranstalt für Brauerei in Berlin (Germania). Sono inoltre presenti tra i partner i seguenti enti locali: Comune di Aci Castello (Italia) e Area Marina Protetta delle Isole dei Ciclopi (Italia).
Si auspica che tali tecnologie possano migliorare realmente la qualità sia dell’acqua marina, attraverso la filtrazione delle acque reflue che si riversano in mare, che di quella potabile, apportando quindi un impatto importante in un’area che soffre di scarsità d’acqua, affermando, allo stesso tempo, una visione e una strategia a lungo termine in un contesto comune scientifico e sociale.

Per maggiori informazioni:
www.water.imm.cnr.it

sabato 14 dicembre 2013

Nasce Comuncare.PA: il portale dedicato all'innovazione della Pubblica Amministrazione

Nasce ComunicarePa.it, il portale web dedicato alla Pubblica amministrazione e realizzato da giornalisti, comunicatori, esperti di tematiche del settore.
Una comunità di professionisti che lavora e ha lavorato nelle pubbliche amministrazioni italiane e che è convinta che la PA non sia un monolitico ed elefantiaco apparato, ma soprattutto un sistema di servizi pubblici rivolti a cittadini e imprese, formato da alte professionalità preziose per la crescita del Paese, ma che subiscono spesso l'onta di pregiudizi diffusi,alimentati da una dialettica politica ridondante e populista.

ComunicarePa si rivolge agli stessi attori che vivono e lavorano nella Pubblica amministrazione, ma anche ai cittadini che vogliono saperne di più, aiutandoli a comprenderne i meccanismi ed a cogliere le opportunità che offre, contribuendo all'evoluzione di un sistema pubblico efficiente, efficace e innovativo.
Il sito web, raggiungibile agli indirizzi www.comunicarepa.it e www.comunicarepa.com, è aggiornato quotidianamente con informazioni e notizie sui Comuni, le Regioni i Ministeri, le Aziende sanitarie provinciali e tutti gli enti che fanno parte della PA; è organizzato in aree tematiche, con sezioni dedicate alle normative che riguardano i servizi al cittadino e, in particolare, quelle che si occupano di informazione, comunicazione, trasparenza, bandi e gare. Grande spazio viene riservato, inoltre, ai temi che riguardano l’Itc - Information and communication technologies, alle professioni, alla formazione, alle aziende ed al marketing collegato alla pubblica amministrazione,.

È prevista anche una sezione interattiva: “I vostri quesiti” e “mobilità tra enti”, servizi online attraverso i quali sarà possibile porre domande a esperti e segnalare richieste di mobilità; prossimamente verranno anche attivati i forum tematici e la newsletter.

Nella sezione “Best practices” avranno posto le eccellenze del settore, che verranno stimate dalla redazione o segnalate direttamente dagli utentidel sito, con l'obiettivo di creare un archivio esaustivo delle migliori esperienze in materia di processi amministrativi, progettazione e operatività.
Nella mission del gruppo di ComunicarePa si legge: “Dopo l’approvazione della legge 150/2000 che disciplina le attività di informazione e comunicazione nelle Pubbliche amministrazioni, tra i professionisti della comunicazione e dell’informazione si è radicata e diffusa la consapevolezza che la “cultura della comunicazione” deve essere posta
alla base di tutti i processi di innovazione. Ne siamo consapevoli noi di “ComunicarePa”: giornalisti e comunicatori, responsabili di URP e dirigenti della comunicazione, esperti di comunicazione di impresa e marketing, che abbiamo deciso di dedicare un po’ del nostro tempo libero per condividere esperienze, raccontare best practices, informare sulle novità delle PA, dialogare sui temi di comune interesse.
ComunicarePa vuole dunque cercare di rispondere e segnalare gli strumenti per affrontare le sfide poste dalle nuove tecnologie e dai nuovi obiettivi che si prefiggono comunicatori e innovatori della PA, in un contesto in cui si
amplia il numero dei canali multimediali utilizzati, evolvono i bisogni comunicativi degli utenti/cittadini/clienti e le loro aspettative circa la qualità dei servizi”.

martedì 10 dicembre 2013

Una scuola tecnologica ed inclusiva

Le persone affette da Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e Bisogni Educativi Specifici (BES) presentano numerose difficoltà nel loro percorso scolastico con effetti che, se non diagnosticati tempestivamente e non affrontati nel modo più adeguato, possono causare scarsa fiducia in sé stessi e bassa motivazione, fino a determinare situazioni critiche a livello psicologico.
Ecco perché diventa essenziale evitare in tutti i modi che l’esperienza scolastica venga vissuta negativamente, cercando di riconoscere precocemente i campanelli di allarme per poter intervenire al più presto. Oramai negli ultimi tempi la presenza in classe di alunni con DSA/BES non dovrebbe quasi più trovare impreparati insegnanti e famiglie, tuttavia restano ancora molti aspetti da approfondire. Ciò che diventa particolarmente necessaria è l’introduzione nella quotidianità scolastica, ora per ora, disciplina per disciplina, di adeguamenti metodologici efficaci che sono possibili solo laddove operano persone in possesso di un’adeguata formazione e di una solida cultura a cui attingere con padronanza. Molto importante è sicuramente l’apprendimento delle lingue straniere, come ribadito fortemente dal Consiglio di Lisbona nel 2002, poiché è ormai acquisito quanto il plurilinguismo favorisca la plasticità nel processo di costruzione della conoscenza. Tali processi però costituiscono una delle maggiori difficoltà che possono incontrare gli studenti con DSA.

Le nuove tecnologie sono senz’altro di aiuto, soprattutto per quanto concerne l’utilizzo di strumenti compensativi. L’uso della LIM, come il Tablet o l’e-book, con la presentazione grafica dell’informazione è di sicura efficacia, ma gli strumenti compensativi e dispensativi oramai riconosciuti anche per legge, non sono esaustivi e non si risolve tutto così. Particolare importanza riveste l’ambiente di apprendimento che si crea e le qualità personali dell’insegnante, quali la flessibilità, l’entusiasmi, la motivazione. Non è infatti sufficiente che l’insegnante sia solo dotto di competenze e conoscenze didattiche e linguistiche. Inoltre, è opportuno parlare di approccio metodologico, anziché di metodo, prendendo quanto di buono e valido ciascun metodo possa offrire. Un insegnamento efficace deve perciò essere a sua volta flessibile non rigidamente legato ad un metodo, ma riferito ad un’ampia gamma di metodologie (activity-based approach, audiovisual aids, storytelling, task-base approach, Total Physical Response, ecc.) di cui utilizzare le tecniche e strumenti da adattare alle esigenze e situazioni didattiche che si presentano, ai differenti stili e ritmi di apprendimento e, naturalmente, ai differenti contesti di riferimento.

martedì 3 dicembre 2013

Studiare e prevenire catastrofi naturali con applicazioni web complesse

La successione di eventi, progetti, idee e figure di spicco che, nel corso di trenta anni, hanno portato alla nascita di Internet ed alla sua evoluzione nella forma attuale, rappresenta un capitolo estremamente affascinante, ma anche inconsueto, nella storia dello sviluppo tecnologico. Parte del fascino è legato al ruolo determinante che questa tecnologia ha svolto e sta ancora svolgendo nella cosiddetta ‘rivoluzione digitale’. Proprio la diffusione di internet e dei suoi servizi ha fortemente influenzato l’idea di poter realizzare applicazioni paragonabili a quelle desktop classiche in termini di efficienza e di semplicità d’utilizzo, ma fruibili solo attraverso un browser web.
Seppur inizialmente i risultati ottenuti sono stati deludenti, con il passare degli anni è avvenuta una vera e propria rivoluzione grazie all’affermazione di nuove tecnologie e modelli di sviluppo che hanno permesso alle applicazioni web di eguagliare (e in alcuni casi di superare) le applicazioni desktop classiche in termini di efficienza, velocità e facilità d’uso.

Un esempio rilevante sono le applicazioni Google, (come Gmail, Google Docs e Google Maps), che hanno alla base una particolare tecnologia, detta GWT (Google Web Toolkit), su cui la compagnia ha iniziato ad investire molti anni fa.
Tutto questo ha notevolmente alterato il modo di percepire ed utilizzare il web che, da strumento di comunicazione passivo, si è trasformato in una realtà estremamente dinamica, dove l’utente può essere protagonista e fruire di servizi (applicazioni), prima di dominio esclusivo degli ambienti desktop. Grazie a GWT, infatti, è possibile scrivere applicazioni AJAX (Asynchronous JavaScript and XML) tanto complesse quanto veloci, mantenendo allo stesso tempo una fortissima compatibilità verso gli standard web. Indubbiamente AJAX rappresenta la tecnologia che ha suscitato il cambiamento più netto rispetto al passato. Bisogna tener conto però non può definirsi semplicemente una ‘tecnologia’, ma sarebbe più corretto dire che si tratta di un insieme di ‘tecnologie’: un uso ‘anomalo’ insomma, eppure legittimo, di linguaggi di scripting (XML, HTML, CSS) sulla base del protocollo ‘http’, nel paradigma dell’interazione Client-Server.
Tuttavia, sebbene vi sia stata una rapida crescita del numero di applicazioni web basate su GWT, si può asserire che non si sono ancora affermate specifiche applicazioni web per il calcolo e la modellistica scientifica. La simulazione di fenomeni geologici (come le colate di lava, di detriti, i flussi piroclastici, gli incendi boschivi, ecc.), ad esempio, rappresenta un campo di crescente interesse da parte della Comunità Scientifica Internazionale. Dal punto di vista teorico, la modellizzazione e la simulazione di un fenomeno possono evidenziare quali siano gli aspetti più importanti che ne regolano la dinamica, mentre dal punto di vista pratico, è possibile, ad esempio, definire mappe di suscettibilità e valutare gli effetti di opere per la mitigazione del rischio.
Un’importante web application in ambiente GWT per la visualizzazione interattiva e l’analisi specifica di mappe di rischio di colate laviche si chiama SWII-MAPS (Sciara Web Interactive Interface Maps), che rappresenta il primo esempio di utilizzo proprio del framework GWT nel contesto del calcolo e della modellistica scientifica.
SWII- MAPS consente l’utilizzo di GWT in combinazione con Google Maps, permettendo di visualizzare graficamente sulla mappa, in prossimità dei principali vulcani la zona ricoperta da un campo lavico dopo l’eruzione. Inoltre è possibile visualizzare sia una semplice mappa generica, che una mappa di Hazard già classificata.

SWII-MAPS permette all’utente l’accesso all’applicazione di calcolo, attraverso un semplice form per il login e, quindi, la possibilità di poter interagire con la stessa attraverso l’upload di file di simulazione del fenomeno. Quello che poi rende particolarmente accattivante SWII-MAPS è la possibilità di visualizzare perfettamente non solo l’andamento della colata (mappa generica), ma anche la possibilità di valutare i rischi che ne derivano (mappa di Hazard). Durante una simulazione, terminato il processamento del file, l’applicazione va a convertire dati raster in poligoni, andando a mappare la colata descritta nel file su Google Maps.
Come applicazione, SWII-MAPS fornisce uno strumento immediatamente utilizzabile per studi legati alla prevenzione e alla mitigazione del rischio come la valutazione dell’impatto di disastri da colata lavica.
Ad esempio, si consideri un Comune del nostro Paese situato in un territorio a rischio di eruzioni vulcaniche. Si potrebbe aver bisogno di valutare gli effetti di possibili colate laviche, al fine di individuare le aree maggiormente esposte o realizzare un piano di evacuazione per la popolazione civile in caso di emergenza. In questo caso, un qualsiasi tecnico del Comune sufficientemente esperto (ad esempio un geologo o un ingegnere ambientale) potrebbe utilizzare SWII-MAPS per simulare le colate di interesse e valutare possibili effetti di interventi umani, potendo eventualmente disporre su richiesta anche di grandi potenze di calcolo in remoto.