La
tecnologia è di vitale importanza per lo sviluppo e la crescita di un Paese. Il
Decreto Crescita, approvato lo scorso ottobre 2012, va nella direzione di
un’adozione spinta delle tecnologie, soprattutto nel mondo della Pubblica
Amministrazione. I provvedimenti a sostegno della banda larga e delle start-up
innovative sono sicuramente un passo verso il mondo dell’impresa, ma non si può
nascondere che manchino alcuni provvedimenti diretti a dare un ulteriore
impulso al sistema economico del tessuto imprenditoriale nazionale. Tra gli
strumenti dimenticati, l’e-Commerce è quello che più di altri potrebbe dare una
marcia in più alle nostre aziende sul fronte della competitività.
L’e-Commerce
riguarda quelle soluzioni “Internet Based” in grado di gestire i processi
commerciali, dalla conoscenza iniziale di un prodotto o di un servizio
all’assistenza post-vendita, partendo dalla relazione commerciale che lega i
fornitori pubblici o privati ai clienti.
Complessivamente
l’e-Commerce nazionale vale circa 220 miliardi di euro, cioè il 6% circa del
transato totale. Siamo, quindi, di fronte a uno strumento potente, che potrebbe
dare grandi risultati in termini di sistema. Sarebbe però un errore ridurlo a
mero strumento di vendita attraverso portali web, magari pensandolo come il
mezzo per sostenere l’export del made in Italy, in quanto il mercato va fatto
maturare anche dall’interno, non solo pensando alla sua valenza sull’estero.
Pensare all’e-Commerce significa pensare alla produttività del lavoro, non
guardando solo alla conquista di mercati, ma favorendo la competitività delle
imprese, sia sui mercati nazionali che su quelli esteri. In questa ottica è
importante, quindi, stimolare la fase preliminare di marketing e comunicazione
digitale, ancora più di quelle transazionali e di pagamento. Ad esempio
un’azienda intenzionata ad aprire un canale commerciale via Internet rivolto al
consumatore finale italiano o estero deve maturare prima un’efficace azione di
marketing per poi pensare ad aprire il “negozio elettronico”.
Infatti,
per abilitare la transazione e il pagamento online basta appoggiarsi a servizi
internet già esistenti, ma per far conoscere efficacemente la propria offerta
al mercato occorre che il supporto significativo si concentri sulla fase
pre-transazionale. Le micro e piccole imprese vanno sostenute con iniziative
per la messa a punto della strategia di internazionalizzazione e con progetti
di collaborazione con i provider, attraverso convenzioni o contratti quadro, in
grado di facilitare l’adozione di soluzioni commerciali e di spingere le imprese,
soprattutto quelle meno dotate di cultura e mezzi, verso i mercati digitali.
Oltre
alla predisposizione di adeguate strategie di marketing digitale e la
partecipazione a portali aggregatori già esistenti, sarebbe senz’altro utile
avere incentivi fiscali per la digitalizzazione del ciclo ordine-pagamento,
accompagnati da una buona politica volta allo sviluppo della conservazione
sostitutiva dei documenti, della fatturazione elettronica e l’utilizzo di
piattaforme digitali per gli acquisti, dando luogo a benefici non solo in
termini monetari, ma anche di trasparenza, generando condizioni eque di
competitività, efficacia ed efficienza dei processi di vendita e di crescita
economica.
http://www.infooggi.it/articolo/nuove-esigenze-di-e-commerce/41161/
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