Negli ultimi
anni si è tentato di spiegare, in vari modi, cosa si intenda per Knowledge Management (KM). Non esiste
un’unica e conclusiva definizione di KM. In senso lato, il concetto può
riferirsi alla preservazione e alla condivisione della conoscenza ed è portato
avanti dall’antichità con lo sviluppo di biblioteche e strumenti di
comunicazione. Nei tempi più recenti della rivoluzione digitale, chiamiamo KM
quel filone di ricerca teorica e applicativa che sviluppa il ciclo della
conoscenza all’interno di una comunità di pratica o di apprendimento tramite
strumenti dell’ICT.
Il Gartner
Group, sostiene che “il Knowledge Management promuove un approccio integrato
per identificare, catturare, recuperare, condividere e valutare tutto il
patrimonio informativo presente in un’azienda. Questo patrimonio informativo
include i database, i documenti, le procedure ma anche le competenze e
l’esperienza presente nella testa dei singoli che vi lavorano”.
Secondo l’IT
Consult, il KM è “la gestione dell’insieme delle metodologie e degli strumenti
informatici che consentono di raccogliere e capitalizzare la conoscenza delle
persone che formano un’organizzazione”.
Molte di queste
definizioni concordano sul fatto che la gestione della “conoscenza” ne richieda
la cattura, l’organizzazione, la classificazione e la disseminazione, e vedono
questo come il risultato dei modi in cui le informazioni vengono trattate
all’interno di un gruppo di persone che interagisce continuamente poiché ad
esse interessato. Così la “tecnologia della conoscenza” dovrebbe occuparsi di
metodi e tecniche proprie dell’ICT che consentano l’interazione tra gli utenti
tramite strutture e supporti forniti dalle comunità degli utenti stessi, assicurando
al contempo uno strumento sufficientemente efficace per la memorizzazione ed il
trattamento delle informazioni.
Allo stesso
tempo è importante capire cosa si intende per “conoscenza”, distinguendola dal
dato e dall’informazione. Alla base di ciò che noi chiamiamo “conoscenza”,
infatti, vi è un processo di elaborazione e contestualizzazione del dato
grezzo, che da origine all’informazione, che a sua volta, attraverso il
processo di apprendimento e (ri)utilizzo diventa “sapere”, “consapevolezza”,
“competenza”. La conoscenza è dunque il
risultato di un processo di apprendimento che consegue dopo l’interiorizzazione
dell’informazione, consistente
nell’integrazione di valori, esperienze e notizie, facenti parte di un
modello mentale.
Obiettivo del KM
è quello di migliorare l’efficienza dei gruppi collaborativi, esplicitando e
mettendo in comune la conoscenza che ogni membro ha maturato durante il suo
percorso formativo. I lavori di ricerca si concentrano soprattutto sullo
sviluppo dei mezzi per rendere veloce e semplice l’archiviazione, la
descrizione e la comunicazione dei dati e dell’informazione. È in una prima
fase, la first generation del KM, che si tende a ridurre la gestione
della conoscenza, alla sua componente strutturale, l’information communication technology (ICT), che è fondamentale,
ma non ne esaurisce le potenzialità. La KM
second generation si focalizza su come poter mettere a servizio di tutta
l’azienda le conoscenze professionali specifiche di ogni membro. Questa logica
spinge il KM a diventare una sorta di “filosofia” della collaborazione e della
condivisione negli ambienti di lavoro, che può portare alla produzione di nuova
conoscenza.
In definitiva il
KM ha per obiettivo il miglioramento in termini di efficacia, efficienza,
qualità e innovazione dei processi aziendali attraverso la sistematica, strutturata
e continua trasformazione dell’informazione (intesa come insieme di fatti e
dati organizzati in modo da descrivere una particolare situazione o condizione)
in conoscenza, in quanto insieme di fatti, verità e credi, prospettive e
concetti, giudizi e aspettative, metodologie e know-how accumulati, integrati e
detenuti da un’impresa lungo un adeguato arco temporale e disponibili per
applicazioni operative di business nella gestione di specifiche situazioni e
problemi dell’attività giornaliera.
http://www.infooggi.it/articolo/alla-base-della-conoscenza/39174/
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