La
gestione della conoscenza, solo negli ultimi anni, ha iniziato ad acquisire una
sempre maggiore importanza non solo per le imprese, che oggi focalizzano più
che mai il loro interesse proprio sul patrimonio economico e intellettuale che
la “conoscenza” racchiude in sé. Per questi motivi, l’interesse aziendale sta
ricadendo sulla ricerca e su sperimentazioni di metodi di acquisizione,
rappresentazione, diffusione e condivisione della conoscenza, impiegando sempre
maggiori risorse su ciò che viene considerato un reale strumento di innovazione
e crescita economica.
La conoscenza, quindi, a differenza
dell’informazione che esiste indipendentemente da chi la utilizza e dal
supporto che la conserva, dipende dall’esistenza o meno di una mente capace di
contenerla ed elaborarla, tramite l’interazione tra le informazioni nuove e
quelle già esistenti.
La conoscenza individuale è il risultato di un
processo di interconnessione di valori, esperienze e informazioni facenti parte
di un modello mentale. In un’organizzazione la conoscenza è il risultato
dell’integrazione del pensiero collettivo definito dai processi di gestione
adottati dell’impresa e dai modelli mentali e pratici utilizzati dallo staff
aziendale.
La conoscenza umana può essere suddivisa in due
categorie: conoscenza tacita e conoscenza esplicita. Quella esplicita è la
conoscenza che è possibile esprimere mediante un linguaggio formale,
espressioni o definizioni specifiche o manuali. Una conoscenza di questo tipo è
quindi facilmente formalizzabile e trasmissibile. Al contrario, la conoscenza
tacita è difficilmente esprimibile con un linguaggio formale poiché è
costituita dalla conoscenza personale, radicata nell’esperienza di ciascun
individuo, costituita da sistemi di valori, cioè da elementi informali. Va
messo in evidenza che gran parte del nostro apprendimento (circa l’80%) avviene
in maniera informale, quindi la conoscenza tacita diviene conoscenza da
gestire. Essendo quest’ultima una costruzione della mente umana costituita da
concetti, idee, relazioni e categorie, ottimo strumento per la sua
rappresentazione strutturale e per la gestione della conoscenza aziendale,
diventano le basi di conoscenza concettuale di Knowledge management, che non
sono altro che una trasposizione tecnologica dell’approccio delle reti
semantiche. Sino ad oggi, la conoscenza tacita, seppur alla base del processo
di trasmissione delle competenze e delle conoscenze, è rimasta “nell’ombra”, in
quanto essa non veniva esplicitata attraverso processi di “formalizzazione”
vera e propria, rimanendo “sempre esistita, ma mai esistente”.
L’interazione reciproca dei due tipi di conoscenza
costituisce la chiave per la creazione di conoscenza organizzativa. L’idea è
quella di una “spirale della conoscenza" che integra le due dimensioni
consentendo di postulare quattro modi di conversione della conoscenza secondo
il modello SECI, elaborato da Nonaka e Takeuchi. All’interno della spirale
interagiscono quattro modi di conversione di conoscenza: socializzazione (cioè
il passaggio da una conoscenza tacita ad un’altra anch’essa tacita, mediante la
creazione e l’utilizzo di modelli mentali e abilità tecniche condivise),
esternalizzazione (ossia il processo di espressione della conoscenza tacita
attraverso concetti espliciti in forma di ipotesi o modelli e la creazione di
nuovi concetti a partire dalla conoscenza tacita), combinazione (da intendersi
come un processo che permette di sintetizzare i concetti passando da una
conoscenza esplicita ad un’altra; un processo di riconfigurazione delle
informazioni esistenti attraverso lo smistamento, l’aggiunta, la combinazioni
di conoscenze esplicite conduce a sua volta a nuove forme di conoscenza),
interiorizzazione (che consiste nel tradurre conoscenza esplicita in nuova
conoscenza tacita).
I contenuti delle quattro modalità di conversione
della conoscenza interagiscono tra di loro creando un ciclo continuo attraverso
il quale la conoscenza implicita degli individui si amplifica e si diffonde a
livello organizzativo. L’ondata dei cambiamenti provocati dalla rivoluzione
informatica ha portato alla convergenza delle nuove comunicazioni, delle nuove
possibilità di collaborazione e dei processi di apprendimento. Le
organizzazioni, sia pubbliche che private, nei vari ambiti e contesti di
azione, devono essere, quindi essere in tal senso, necessariamente considerate
come sistemi aperti in grado di processare le informazioni e le più svariate
conoscenze.
http://www.infooggi.it/articolo/il-circolo-virtuoso-della-conoscenza/38960/
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