mercoledì 15 ottobre 2014

Dossier 'L'albero di Lullo' - II parte - Conoscenza: tradizione e innovazione

Il tema della conoscenza diventa fattore di competitività anche nel settore agricolo. Solo l’imprenditore in grado di organizzarsi al meglio, così da poter dedicare buona parte del suo tempo alla conoscenza del mercato, dei concorrenti, degli acquirenti, delle innovazioni, riesce a costruire e a difendere il proprio vantaggio competitivo nel lungo periodo. Questo confrontandosi con le aziende migliori e fa parte di reti di relazioni che permettono lo scambio di conoscenze.
Il settore dell’agricoltura, pur essendo uno dei settori produttivi più antichi e tradizionali del paese, è anche uno di quelli maggiormente investiti dall’innovazione: dai green jobs, alla cooperazione internazionale. L´imprenditore agricolo che diviene manager dedica tempo alla conoscenza, organizzando reti con altre imprese per migliorare l´efficienza del processo e l´accesso al mercato, si affida a "innovation partner" per la crescita della propria impresa.

Ne abbiamo parlato con il Dott. Luigi Adinolfi, imprenditore agricolo e Presidente del marchio Amaro Ulivar, l’amaro alle olive di Calabria che nasce nell’Alto Jonio Cosentino, una terra di confine tra la Calabria e la Basilicata. La qualità dei suoi ingredienti, l’innovazione e la particolarità del prodotto hanno portato l’Amaro Ulivar a conseguire in poco tempo diversi riconoscimenti e premi enogastronomici, sia regionali che nazionali. Tra questi l’Oscar Green Nazionale 2012 di Coldiretti con l'alto Patronato della Presidenza della Repubblica, consegnato dal Ministro per le Politiche Agricole Mario Catania e il Premio all’Imprenditoria Enogastronomica 2013 dell’Associazione A.c.t.a. Ungra di Lungro (Cs).




Il tema della conoscenza diventa fattore di competitività anche nel settore agricolo. Solo l’imprenditore in grado di organizzarsi al meglio, così da poter dedicare buona parte del suo tempo alla conoscenza del mercato, dei concorrenti, degli acquirenti, delle innovazioni, riesce a costruire e a difendere il proprio vantaggio competitivo nel lungo periodo.
Come è possibile confrontarsi con le altre realtà imprenditoriali del settore ed entrare a far parte di reti di relazioni che permettono lo scambio di conoscenze?

Il confronto con le altre realtà imprenditoriali deve avvenire costantemente ed essere ripetuto nel tempo. Per i nuovi operatori che si affacciano a qualunque iniziativa imprenditoriale, che sia agricola o meno, la prima cosa da fare (oltre a essere costantemente aggiornati e studiare), è guardare a chi già prima di loro ha fatto qualcosa nel territorio in cui operano. Capire come un territorio vive le sue realtà imprenditoriali è il primo passo per potersi affermare dentro e al di fuori di esso.
Per quanto riguarda il confronto diretto e soprattutto lo scambio di conoscenze utili allo sviluppo del proprio business (quel “fare rete” tanto citato nei discorsi che si fanno dalle nostre parti, ma che troppo poco viene applicato nei fatti dagli imprenditori locali), non bisogna lesinare lo scambio di informazioni utili al lavoro vero e proprio; serve soprattutto l’essere solidali tra imprenditori, andando anche a scardinare i meccanismi di “gelosia” e “attaccamento al proprio”, che molto spesso caratterizzano la mentalità delle realtà locali del Sud. Meccanismi retrogradi e campanilisti che fortemente contrastano le possibilità di scambio di conoscenze, e pertanto di crescita, delle imprese e dei territori in cui esse operano. La rete, lo scambio di informazioni, deve avvenire prima nei fatti e poi sulle carte. Ben vengano gli eventi e i momenti organizzati dalle associazioni di categoria, utilissime per fare nuove conoscenze imprenditoriali, ma prima di tutto deve cambiare la mentalità degli imprenditori del Sud, a partire dalle piccole azioni, quali possano essere la semplice condivisione, con un altro imprenditore, di informazioni utili al lavoro, senza guardare “l’altro”, come un potenziale concorrente, ma solo come un alleato nello sforzo di far crescere il proprio territorio.

• Possiamo dire quindi che l'imprenditore agricolo diventa sempre più un manager della conoscenza? Quali strumenti per un'efficace pianificazione e gestione delle innovazioni?
L’imprenditore Agricolo oggi è una figura a 360 gradi, che innanzitutto deve saper guardare al passato e alle tradizioni che lo hanno preceduto. Mi piace sempre pensare che se sai bene da dove vieni sai anche dove potrai arrivare. Ma le tradizioni, il saper fare degli antichi, la conoscenza della terra e dei mestieri, devono essere inevitabilmente affiancate dalla mentalità dei giovani e soprattutto dalla loro conoscenza delle nuove tecnologie, oltre che dalla capacità di valutare i mercati e le opportunità che possono derivare dall’unione della tradizione con le innovazioni tecnologiche e il mercato globale; materie in cui le nuove generazioni sono sempre un passo avanti rispetto a chi le ha precedute.

Quanto è importante per un’azienda agricola la formazione per rimanere al passo coi tempi?
Fondamentale, e deve andare in entrambe le direzioni, verso il passato, per sapersi raccontare al cliente, verso il futuro, per restare al passo con i tempi e per anticiparli laddove possibile.

Innovazione e tradizione: un binomio che diventa connubio perfetto dunque anche nel settore imprenditoriale e agricolo. Come si realizza tutto ciò nell’esperienza Ulivar?
Con l’amaro Ulviar vivo quotidianamente questo connubio, essendo Ulivar l’amaro che faceva la mia famiglia, a partire dal mio bisnonno materno ed essendo ora un Amaro che ha un nome, un’ etichetta e un brand da valorizzare. Mi viene spesso chiesto come mi sia venuta in mente l’idea di un amaro all’olio e puntualmente chiarisco, con piacere, che non ho inventato nulla, ho solo dato nuovo respiro e innovato una tradizione antica della mia famiglia.



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