martedì 12 novembre 2013

L'Italia oltre la crisi

La Fondazione per le Qualità Italiane Symbola, con la collaborazione di Unioncamere e della Fondazione Edison, lancia lo spunto per un’attenta riflessione sullo stato della crisi economica globale e su quanto essa abbia inciso a peggiorare situazioni già abbastanza difficili da arginare, presenti sul nostro territorio nazionale (le diseguaglianze sociali, l’economia in nero, quella criminale, il ritardo del Sud, una burocrazia spesso persecutoria e inefficace). La crisi mondiale si è congiunta a questi mali, peggiorandoli. Rimediare sicuramente non sarà facile, non è impossibile, se non ci lasciamo suggestionare dal catastrofismo.
Sicuramente questa situazione ha generato pessimismo, allarmismo, confusione e frustrazione generale, che rende se possibile, ancora più difficile un’analisi obiettiva delle cause scatenanti questo male. Ma forse non siamo ancora un Paese sulla via del tramonto, possiamo e dobbiamo risollevarci, puntando sui fattori che hanno da sempre ci hanno contraddistinto.
Come recita lo stesso Manifesto: ‘Piuttosto che le sirene del declino dobbiamo prestare attenzione al messaggio e alle richieste dei tanti protagonisti di questo made in Italy rinnovato. Che stanno affermando un modello di sviluppo nuovo, ma perfettamente in linea con la grande vocazione nazionale: la qualità. Dove la bellezza è un fattore produttivo determinante e la cultura, sposata magari alle nuove tecnologie, un incubatore d’impresa. Una via italiana alla green economy in cui l’innovazione è un’attitudine che investe anche le attività più tradizionali - dove le eccellenze agroalimentari sono un volano per l’artigianato e il turismo, e viceversa – le cui straordinarie materie prime sono la qualità della vita, la coesione sociale, il capitale umano, i saperi del territorio. Da qui dobbiamo ripartire, dal nostro irripetibile “ecosistema produttivo”. Dalla qualità, da questa via tutta italiana alla green economy. Incentivando la ricerca, l’ICT e l’innovazione non solo tecnologica ma anche organizzativa, comunicativa, di marketing. Sostenendo, con azioni di sistema, gli sforzi di internazionalizzazione del nostro manifatturiero, delle filiere culturali e turistiche. Con una politica industriale che faccia perno sulla valorizzazione dei nostri pilastri - manifattura, turismo, cultura, agricoltura – e indichi proprio nella sostenibilità e nella green economy la via da seguire. E con una politica fiscale conseguente, che sposti la tassazione dal lavoro verso il consumo di risorse, la produzione di rifiuti, l’inquinamento. Che incentivi la formazione, l’inclusione sociale e il contributo dei giovani e delle donne alla società e all’economia italiane. Che sostenga gli investimenti per competere nell’economia reale a scapito di quelli per fare speculazione sui mercati finanziari. Dove la burocrazia cessi finalmente di essere un freno per le imprese. Le aziende più piccole vanno accompagnate a lavorare di più in rete o in consorzio. Il turismo potrebbe intercettare più viaggiatori stranieri se l’Italia avesse migliori infrastrutture di trasporto e logistiche, se gli aeroporti italiani fossero meno periferici nelle tratte intercontinentali. Se lo sforzo promozionale dell’immagine dell’Italia all’estero non fosse polverizzato e spesso inconcludente, se le strutture ricettive fossero ammodernate e messe in rete con le tante eccellenze (culturali, paesaggistiche, produttive) del Paese. La lotta all’illegalità, alla contraffazione e all’Italian sounding deve diventare una priorità imprescindibile’.
L’Italia, dunque, e il nostro contesto locale ce la può fare, se verrà messa in condizioni di potercela fare, ripartendo dalle piccole azioni quotidiane, da una buona riflessione e dalla propulsione a reagire, e finalmente (ri)cominciare.

Per sottoscrivere il manifesto:

http://www.symbola.net/html/article/manifestooltrelacrisi#.Um-KaBDw71E.email



[http://www.altoionio.com/blog/oltre-la-crisi-litalia-deve-fare-litalia.html]

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