martedì 9 giugno 2015

Nasce il primo asilo a distanza. L'educazione può essere virtuale?

Perché mandare vostro figlio all'asilo quando potete tenerlo a casa e utilizzarne uno virtuale? E' l'dea lanciata da un'azienda che si occupa di educazione e che ha base in Canada, Stati Uniti e Cina: il progetto consiste nell'offrire materiali didattici a pagamento e la consulenza di educatori a distanza per i genitori che vogliono tenere i figli in casa. La società Vinci Education ha realizzato un pacchetto digitale per bimbi fino a 5 anni accessibile via pc, smartphone o tablet e dal costo che varia dai 70 ai 570 euro all'anno.
L'idea, però, ha fatto molto discutere negli Stati Uniti ed è stata bocciata dagli esperti, consultati da una delle più importanti pubblicazioni statunitensi in tema educativo, cioè Education Week. Secondo i pedagogisti è utile per i genitori avere materiali a disposizione per seguire al formazione e lo sviluppo dei loro figli, ma in questo modo i bambini non cominciano a socializzare, a confrontarsi e a condividere.
Vinci Education ha applicato ai bambini fino ai 5 anni la stessa formula dei corsi universitari a distanza aperti a tutti (i cosiddetti Mooc) ma facendoli pagare.Materiali digitali tagliati su misura per bimbi in età d’asilo, guide alle attività di gioco e «maestri nell’aula di casa», il tutto naturalmente accessibile via pc, smartphone o tablet. I pacchetti possono includere il supporto a distanza di un insegnante che segue i bambini individualmente, ed eventualmente fa consulenza anche ai genitori, che possono seguire online i progressi dei loro pargoli.

L’offerta, che s’ispira – dicono – alla didattica Montessori, si divide in quella per bambini dai 13 mesi ai 3 anni d’età, e in quella per bambini dai 4 anni in su. La prima vuole accompagnare le esperienze sensoriali e pratiche dei piccoli con un piano settimanale di lezioni ed attività suggerite, affinché i genitori possano interagire col bambino nel modo più appropriato (in particolare, almeno mezz’ora alla settimana in attività insieme, e lettura quotidiana di un libro). I giochi didattici digitali sono mezz’ora la settimana (ma va notato che l’Accademia americana dei pediatri e la Task Force della Casa Bianca sull’obesità infantile raccomandano che il tempo che i bambini sotto i 2 anni passano davanti a un monitor sia rigorosamente questo: zero). Per i più grandicelli, è prevista una preparazione alla scuola con un curriculum più strutturato, basato comunque sull’imparare giocando.

Pensato per i genitori che vogliono tenere i bimbi in casa, l’asilo virtuale fa molto discutere . Gli esperti consultati da Education Week, importante pubblicazione statunitense sui temi educativi, hanno subito storto il naso. «La mia prima reazione è stata di preoccupazione» ha dichiarato Kyle Snow, direttore della ricerca presso la National Association for the Education of Young Children, che si occupa dell’educazione e dello sviluppo dei bambini fino agli 8 anni. In generale, c’è consapevolezza riguardo al bisogno di materiali di qualità per aiutare i genitori a seguire la formazione e lo sviluppo dei piccoli. Anche avere il supporto a distanza di un professionista, se le sue credenziali sono davvero valide, può essere una buona cosa. Ma i dubbi su quest’offerta specifica sono tanti, e motivati. E poi l’asilo non è il luogo accogliente dove iniziare a socializzare, confrontarsi e condividere?

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