martedì 9 aprile 2013

Ripartire dal mondo digitale - Dalla rubrica "Spir@le della conoscenza"


La crisi economica globale degli ultimi anni ha investito quasi ogni settore dell’economia. Sembrano essere quasi una risposta all’esigenza di un intervento pratico e rapido in tal senso le parole facenti parte di un comunicato stampa in cui il presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso ha esortato le imprese europee del digitale, le amministrazioni pubbliche, i settori della formazione e dell'istruzione a unirsi in una grande coalizione per l’occupazione nel settore digitale, per contribuire a occupare i 900 000 posti vacanti nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) previsti in Europa entro il 2015. Nonostante gli attuali livelli di disoccupazione, i posti di lavoro nel digitale aumentano ogni anno di circa 100 000 unità, ma il numero di nuovi laureati e di lavoratori qualificati nel campo delle TIC non riesce a coprire questo fabbisogno.
A tal proposito, il presidente Barroso ha dichiarato: "La Grande coalizione che viene varata è un elemento essenziale per rimettere in pista l'economia europea e creare posti di lavoro destinati a una parte dei 26 milioni di disoccupati che si contano attualmente in Europa. Se, insieme, riusciremo a invertire la tendenza negativa e a occupare il sempre maggior numero di posti vacanti nel settore delle TIC, potremo incidere positivamente e in modo trasversale su tutti i settori dell'economia. Vogliamo che i cittadini europei siano in grado di occupare i posti di lavoro che faranno da traino alla prossima rivoluzione nel settore delle TIC."
La Commissione ha sollecitato impegni in diversi settori cruciali, quali: la formazione e la capacità di colmare il divario tra domanda e offerta per i posti di lavoro del settore digitale (per assicurare che le competenze acquisite dai cittadini siano effettivamente quelle delle quali le aziende hanno bisogno), la mobilità (per aiutare chi è in possesso delle competenze necessarie a recarsi dove sono richieste ed evitare carenze o eccedenze nelle diverse aree urbane), la certificazione (per rendere più facile certificare a un datore di lavoro le proprie competenze, in qualsiasi Stato membro), la sensibilizzazione (perché i cittadini sappiano che il settore digitale offre possibilità di carriera gratificanti e ben retribuite sia agli uomini che alle donne). Tutto ciò mediante l’adozione e la promozione di metodi didattici innovativi, per migliorare e ampliare i sistemi educativi e formativi esistenti e offrire a sempre più persone le competenze necessarie ad inserirsi con successo nel mondo del lavoro.
La Commissione ha sicuramente un ruolo da svolgere, ma azioni quali la formazione a partire dai bisogni delle imprese, la maggiore mobilità della manodopera, la certificazione delle competenze, il miglioramento dei programmi di studio scolastici e universitari, la sensibilizzazione e la creazione di un ambiente imprenditoriale più propizio alle start-up, richiedono l’impegno attivo di tutte le parti interessate.
Nel 2011 gli occupati nel settore delle TIC in Europa avevano raggiunto i 6,7 milioni, ossia il 3,1% del totale complessivo UE. Dal 2000 al 2010 tale forza lavoro è cresciuta a un ritmo annuo medio del 4,3%. Un nuovissimo studio (Empirica, marzo 2013), le cui cifre non sono state ancora pubblicate, indica che entro il 2015 si potrebbero creare in Europa fino a 864 000 posti di lavoro digitali. Tuttavia, la diminuzione del numero di laureati in discipline attinenti alle TIC e il pensionamento previsto nei prossimi anni di una fascia di lavoratori occupati in questo settore, rischiano di mettere a repentaglio le potenzialità di crescita dell'occupazione nel settore. Occorre potenziare l'istruzione nel campo delle scienze, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica, nonché migliorare l’immagine delle carriere in questi settori, in particolare tra le donne.

http://www.infooggi.it/articolo/ripartire-dal-mondo-digitale/39449/

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