mercoledì 2 settembre 2015

Le nuove professioni umanistico-digitali (I parte): l' E- Reputation Manager

Non solo ingegneri nel mondo del lavoro sul web. Reputation Manager, Global Content Manager, web skills profiler: sono tante le nuove professioni digitali che non sono appannaggio esclusivo dei tecnici o degli informatici. Anzi, spesso le competenze più richieste hanno a che fare con una preparazione umanistica visto che chi si occupa di web e aziende, soprattutto su scala mondiale, deve conoscere e comprendere le diverse sensibilità, paese per paese.

Come spesso avviene per le professioni legate all’ambito digitale, risulta complicato definire i confini di un profilo rispetto a un altro, considerando quanto sono interconnessi e in certi casi sovrapponibili tra loro. Così anche quello dell’E-reputation Manager risulta un ruolo piuttosto variabile per funzioni attribuite, a seconda della realtà entro cui è inserita la figura.

In linea di massima è definibile come un ibrido fra un analista e un addetto alle pubbliche relazioni: da una parte deve conoscere le dinamiche sociologiche e antropologiche al fine di analizzare la situazione, dall’altra le dinamiche relazionali e comunicative in modo da intervenire per gestire la conversazione.
L’E-reputation Manager è la figura che si occupa di monitorare ed estrarre dall'universo online le conversazioni rilevanti sulla base di una lista di parole chiave, le analizza per individuare i trend, gli influencer (soggetti coinvolti nella conversazione che detengono un potere sociale più importante degli altri, influenzandoli) e le crisi (conversazioni critiche sul prodotto o sul brand, fondate o meno) e interpreta i dati per offrire spunti strategici all’azienda.

Le metodologie che l’E-Reputation Manager è chiamato a mettere in campo per svolgere il proprio mestiere sono diverse, ma tutte possono essere accomunate in questa procedura:

- il crawling, l'estrazione delle conversazioni che presentano specifiche keyword predefinite (es. il brand);

- l'indexing, cioè l'indicizzazione delle conversazioni in un archivio (database) che è possibile interrogare;

- data mining, tutte quelle operazioni sul database finalizzate all'aggregazione/disaggregazione dei dati in funzione di parametri definiti (es. tempo, area geografica, persone coinvolte nella conversazione, tipologia di sito web, ecc.);

- l'analisi/interpretazione umana;

- definizione di un'azione sulla base della conoscenza acquisita nelle precedenti fasi.

Riassumendo, l’E-reputation Manager agisce per monitorare le conversazioni in rete, analizzarle e interpretarle, agire per influenzarle.

Non esiste un percorso formativo specifico, i professionisti possono arrivare da studi in comunicazione o marketing, sociologia, antropologia, filosofia. La formazione universitaria in questo ambito specifico non offre ancora corsi ben definiti quindi la via migliore resta comunque una formazione verticale - per esempio un master - coniugata a uno stage presso una delle realtà più solide del mercato dove è possibile apprendere concretamente il mestiere.

Fra le competenze che possono fare la differenza in questa professione sono quelle connesse a studi etnografici, l'utilizzo di software di network analysis e data visualization, nozioni di statistica, conoscenze sulle API (Application Program Interface) e dei principali Social Network (come Twitter o Facebook), oltre a una capacità di analisi degli usi linguistici e semantici del web.
Solitamente è una figura collocata all’interno in un’agenzia specializzata nell'analisi delle conversazioni online oppure in una Social Media Agency in cui l'aspetto strategico e operativo è frutto di un' approfondita fase analitica delle conversazioni.

In ambito strategico l’E-reputation Manager lavora a stretto contatto con il Digital Pr e il Community Manager occupandosi di analisi, interpretazione, reportistica e consulenza all’azione strategica in ambito web reputation.

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