martedì 19 marzo 2013

Glossario ICT & KM - Lettera W


·         W3C
Nato nell’ottobre 2004 per portare il World Wide Web alla sua massima potenzialità definendo protocolli comuni con la finalità di promuoverne l’evoluzione, garantendo l’interoperabilità. Attualmente il W3C conta quasi 500 organizzazioni in tutto il mondo.

·         Web 1.0
Originariamente il web è stato concepito come modo per visualizzare documenti ipertestuali statici (creati con l’uso del linguaggio HTML); questo approccio può essere definito come web 1.0 o web di prima generazione. Nel web cosiddetto di prima generazione, gli utenti possono estrarre le informazioni dai documenti in base alle proprie conoscenze linguistiche e di dominio. L’attività di accesso a documenti internet è caratterizzata pertanto dall’essere “humane intensive” e non è automatizzabile. un altro limite del web di prima generazione è costituito da una certa difficoltà a produrre e pubblicare contenuti.

·         Web 2.0
Il Web 2.0 è una locuzione coniata da Tim O’Reilly ed è utilizzata per indicare genericamente uno stato di evoluzione di internet, rispetto alla condizione precedente. Mentre nel Web 1.0 le informazioni sono pubblicate su internet in maniera statica e di sola lettura per l’utente; con il Web 2.0, invece, si tende ad indicare tutte quelle applicazioni on-line che permettono un elevato grado di interazione tra l’utente e il web, quali i blog, i forum, le chat e i social network. In questo contesto, il webmaster è considerato come una parte del sito, che nei casi più importanti è composto da comunità di migliaia di utenti. Si pensi a Wikipedia, YouTube, Facebook, MySpace, Gmail, Wordpress e così via. Attualmente il 65% degli utenti è ancora abituato al tipo di navigazione precedente al web 2.0, ma sempre più spesso si sente parlare dell’importanza dell’usabilità e della condivisione dei contenuti. Nel futuro, secondo gli esperti, vedremo invece il cosiddetto Web 3.0, in cui si cercherà di raffinare ed evolvere ulteriormente l’enorme cambiamento che ha portato al web 2.0. Possiamo, quindi immaginarci uno scenario in cui le informazioni in rete vanno sempre più agglomerate verso un unico database, e consultate da più pagine web grazie a tecnologie di tipo XML, WSDL e derivate. Si parla altresì di intelligenza artificiale e infine di 3D, facendoci immaginare la grande rete non più fatta di pagine, ma di veri e propri spazi in cui “muoverci” per trovare quello che cerchiamo, come in Second Life.
I propositori del Web 2.0 affermano che esso differisce dal Web 1.0 perché si discosta dai classici siti statici, dall’e-mail, dall’utilizzo di motori di ricerca, dalla navigazione lineare e propone il World Wide Web come più dinamico e interattivo. Un esempio potrebbe essere il social commerce, l’evoluzione dell’e-commerce in senso interattivo, che consente una maggiore partecipazione dei clienti, attraverso blog, forum, sistemi di feedback, ecc. esso si basa sull’integrazione di più applicazioni base in un’unica applicazione complessa, integrazione di sorgenti di informazioni multiple (web service, marsh up), supporto dell’attività editoriale di gruppo (wiki) e condivisione dell’informazione (blog).

·         Web 3.0 (Web Semantico)
Il Semantic Web o Web 3.0 rappresenta un’ulteriore evoluzione del Web: in questo caso ai documenti è associato anche un significato, attraverso l’uso delle ontologie, che definiscono i concetti e le loro relazioni e delle annotazioni, che associano porzioni di documenti con le ontologie. Utilizzando tali informazioni aggiuntive risulta più semplice l’integrazione di differenti applicazioni e di differenti basi dati informative e la ricerca dei documenti indipendentemente dalla lingua in cui sono scritti è resa possibile. Con il web semantico i documenti pubblicati (pagine HTML, file, immagini) sono associati ad informazioni e dati (metadati) che ne specificano il contesto semantico in un formato adatto all’interrogazione, all’interpretazione e, più in generale, all’elaborazione automatica. Partendo dai metadati si ottengono informazioni “ragionate”, in quanto basate sulla semantica e sul contenuto del documento. Il termine “Semantic Web” viene proposto da Tim Berners Lee nel 2001, che lo ha definito come “…un’estensione del web di oggi, in cui all’informazione viene dato un preciso significato, permettendo ai computer ed alle persone di lavorare in cooperazione”.

·         Web based training
Formazione a distanza realizzata utilizzando gli strumenti tecnici e gli strumenti di comunicazione di internet. Molti sistemi di questo tipo comprendono corsi in autoistruzioni visualizzabili all’interno di un browser per lo studio individuale e strumenti quali la posta elettronica ed i newsgroup per la comunicazione a distanza con il tutor e gli altri allievi. La versatilità, la bidirezionalità e il basso costo di questi strumenti di comunicazione sono uno dei motivi del successo sempre crescente di questi sistemi rispetto ad altri tipi di formazione a distanza, come ad esempio la videoconferenza.

·         Web cast
I web cast hanno uno scopo simile a quello delle trasmissioni televisive, ma a differenza di queste vengono diffuse via internet. I web cast possono essere trasmessi in diretta oppure essere disponibili su richiesta (on demand).

·         Web Learning
Il web learning è una complessa architettura software, costruita con logica e struttura modulare intorno a un data base relazionale. Si crea così una piattaforma informatica specificamente organizzata per fare formazione a distanza (sincrona ed asincrona) che offre una serie di servizi e funzioni dedicati alla progettazione e all’erogazione di corsi. La piattaforma ha funzioni per controllare le attività di apprendimento dei discenti, per certificare le attività sostenute, per operare una supervisione delle classi, per gestire la parte organizzativa e amministrativa dei corsi. Il contenuto dei corsi di solito è modulare, ossia pensato e realizzato in unità autonome e auto consistenti che, aggregandosi diversamente o collegandosi con altre, possono generare più corsi o attuare una reale personalizzazione che tenga conto, in ordine al percorso di formazione previsto, sia delle competenze in ingresso sia delle specifiche necessità formative del discente. I moduli possono contenere materiale multimediale (scritti, video, suoni, grafici, immagini, ecc) e sono interfacciabili, mediante la piattaforma, con il web dove il gruppo delle funzioni di comunicazione fornisce il supporto a scambi ed interrogazioni. In questo modo mettono a disposizione dell’utente i diversi modi di comunicazione interpersonale caratteristici della rete (e-mail, chat, forum, videoconferenza, ecc). in tal modo, è possibile non solo esaudire la richiesta di formazione in specifici settori, ma anche intercettare la domanda di formazione continua che si sta evidenziando come una necessità nella “Società della Conoscenza”.

·         Whiteboard
Lavagna interattiva multimediale (LIM) che permette ai learners, in una classe virtuale, di vedere ciò che un docente scrive o disegna. Viene anche detta smartboard o electronic whiteboard.

·         Widget
Unitamente al web 2.0, i widget sono piccoli programmi di supporto che appaiono sul desktop di un computer. Ad esempio un traduttore rapido, notizie meteo o un piccolo calcolatore, che possono essere scaricati sul computer dapprima sotto forma di applicazione.

·         Wiki
Un progetto collettivo, in cui le informazioni vengono aggiunte da più utenti collegati tra di loro. La creazione di questo tipo di contenuti viene spesso denominata Crowdsourcing. Il wiki più conosciuto è il Wikipedia, l’enciclopedia on-line presente nata nel 2001.

·         WMS (Workflow Management System)
Consiste in un’applicazione che definisce, crea e gestisce i flussi di lavoro (workflow) interagendo con i partecipanti e/o utilizzando applicazioni esterne, al fine di automatizzare la gestione dei processi produttivi o amministrativi basati sul passaggio delle informazioni o dei documenti.

·         Workgroup
Filosofia di lavoro che permette, attraverso una rete di computer, di scambiare o aggiornare insieme a più persone informazioni, come fogli di lavoro, archivi e documenti. Necessita di un software specifico, denominato “groupware”.

·         WWW (World Wide Web)
È la parte multimediale di internet; in altre parole è l’insieme dei siti web su internet; questi siti  possono essere esplorati utilizzando i collegamenti ipertestuali  (link). Collezione di pagine costruite in HTML e sparse sui computer di tutto il mondo connessi ad Internet.

·         WYSIWYG (What You See Is What You Get)
Letteralmente “ciò che vedi è ciò che ottieni”, tecnica che consente di vedere immediatamente sullo schermo video il risultato delle operazioni effettuate.

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