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W3C
Nato
nell’ottobre 2004 per portare il World Wide Web alla sua massima potenzialità
definendo protocolli comuni con la finalità di promuoverne l’evoluzione,
garantendo l’interoperabilità. Attualmente il W3C conta quasi 500
organizzazioni in tutto il mondo.
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Web 1.0
Originariamente
il web è stato concepito come modo per visualizzare documenti ipertestuali
statici (creati con l’uso del linguaggio HTML); questo approccio può essere
definito come web 1.0 o web di prima generazione. Nel web cosiddetto di prima
generazione, gli utenti possono estrarre le informazioni dai documenti in base
alle proprie conoscenze linguistiche e di dominio. L’attività di accesso a
documenti internet è caratterizzata pertanto dall’essere “humane intensive” e
non è automatizzabile. un altro limite del web di prima generazione è
costituito da una certa difficoltà a produrre e pubblicare contenuti.
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Web 2.0
Il Web 2.0 è una
locuzione coniata da Tim O’Reilly ed è utilizzata per indicare genericamente
uno stato di evoluzione di internet, rispetto alla condizione precedente.
Mentre nel Web 1.0 le informazioni sono pubblicate su internet in maniera
statica e di sola lettura per l’utente; con il Web 2.0, invece, si tende ad
indicare tutte quelle applicazioni on-line che permettono un elevato grado di
interazione tra l’utente e il web, quali i blog, i forum, le chat e i social
network. In questo contesto, il webmaster è considerato come una parte del
sito, che nei casi più importanti è composto da comunità di migliaia di utenti.
Si pensi a Wikipedia, YouTube, Facebook, MySpace, Gmail, Wordpress e così via.
Attualmente il 65% degli utenti è ancora abituato al tipo di navigazione
precedente al web 2.0, ma sempre più spesso si sente parlare dell’importanza
dell’usabilità e della condivisione dei contenuti. Nel futuro, secondo gli
esperti, vedremo invece il cosiddetto Web 3.0, in cui si cercherà di raffinare
ed evolvere ulteriormente l’enorme cambiamento che ha portato al web 2.0.
Possiamo, quindi immaginarci uno scenario in cui le informazioni in rete vanno
sempre più agglomerate verso un unico database, e consultate da più pagine web
grazie a tecnologie di tipo XML, WSDL e derivate. Si parla altresì di
intelligenza artificiale e infine di 3D, facendoci immaginare la grande rete
non più fatta di pagine, ma di veri e propri spazi in cui “muoverci” per
trovare quello che cerchiamo, come in Second Life.
I propositori
del Web 2.0 affermano che esso differisce dal Web 1.0 perché si discosta dai
classici siti statici, dall’e-mail, dall’utilizzo di motori di ricerca, dalla
navigazione lineare e propone il World Wide Web come più dinamico e
interattivo. Un esempio potrebbe essere il social commerce, l’evoluzione
dell’e-commerce in senso interattivo, che consente una maggiore partecipazione
dei clienti, attraverso blog, forum, sistemi di feedback, ecc. esso si basa
sull’integrazione di più applicazioni base in un’unica applicazione complessa,
integrazione di sorgenti di informazioni multiple (web service, marsh up),
supporto dell’attività editoriale di gruppo (wiki) e condivisione
dell’informazione (blog).
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Web 3.0
(Web Semantico)
Il Semantic Web
o Web 3.0 rappresenta un’ulteriore evoluzione del Web: in questo caso ai
documenti è associato anche un significato, attraverso l’uso delle ontologie,
che definiscono i concetti e le loro relazioni e delle annotazioni, che
associano porzioni di documenti con le ontologie. Utilizzando tali informazioni
aggiuntive risulta più semplice l’integrazione di differenti applicazioni e di
differenti basi dati informative e la ricerca dei documenti indipendentemente
dalla lingua in cui sono scritti è resa possibile. Con il web semantico i
documenti pubblicati (pagine HTML, file, immagini) sono associati ad
informazioni e dati (metadati) che ne specificano il contesto semantico in un
formato adatto all’interrogazione, all’interpretazione e, più in generale,
all’elaborazione automatica. Partendo dai metadati si ottengono informazioni
“ragionate”, in quanto basate sulla semantica e sul contenuto del documento. Il
termine “Semantic Web” viene proposto da Tim Berners Lee nel 2001, che lo ha
definito come “…un’estensione del web di oggi, in cui all’informazione viene
dato un preciso significato, permettendo ai computer ed alle persone di
lavorare in cooperazione”.
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Web based
training
Formazione a
distanza realizzata utilizzando gli strumenti tecnici e gli strumenti di
comunicazione di internet. Molti sistemi di questo tipo comprendono corsi in
autoistruzioni visualizzabili all’interno di un browser per lo studio
individuale e strumenti quali la posta elettronica ed i newsgroup per la
comunicazione a distanza con il tutor e gli altri allievi. La versatilità, la
bidirezionalità e il basso costo di questi strumenti di comunicazione sono uno
dei motivi del successo sempre crescente di questi sistemi rispetto ad altri
tipi di formazione a distanza, come ad esempio la videoconferenza.
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Web cast
I web cast hanno
uno scopo simile a quello delle trasmissioni televisive, ma a differenza di
queste vengono diffuse via internet. I web cast possono essere trasmessi in
diretta oppure essere disponibili su richiesta (on demand).
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Web
Learning
Il web learning
è una complessa architettura software, costruita con logica e struttura
modulare intorno a un data base relazionale. Si crea così una piattaforma
informatica specificamente organizzata per fare formazione a distanza (sincrona
ed asincrona) che offre una serie di servizi e funzioni dedicati alla
progettazione e all’erogazione di corsi. La piattaforma ha funzioni per
controllare le attività di apprendimento dei discenti, per certificare le
attività sostenute, per operare una supervisione delle classi, per gestire la
parte organizzativa e amministrativa dei corsi. Il contenuto dei corsi di
solito è modulare, ossia pensato e realizzato in unità autonome e auto
consistenti che, aggregandosi diversamente o collegandosi con altre, possono
generare più corsi o attuare una reale personalizzazione che tenga conto, in
ordine al percorso di formazione previsto, sia delle competenze in ingresso sia
delle specifiche necessità formative del discente. I moduli possono contenere
materiale multimediale (scritti, video, suoni, grafici, immagini, ecc) e sono
interfacciabili, mediante la piattaforma, con il web dove il gruppo delle
funzioni di comunicazione fornisce il supporto a scambi ed interrogazioni. In
questo modo mettono a disposizione dell’utente i diversi modi di comunicazione
interpersonale caratteristici della rete (e-mail, chat, forum, videoconferenza,
ecc). in tal modo, è possibile non solo esaudire la richiesta di formazione in
specifici settori, ma anche intercettare la domanda di formazione continua che
si sta evidenziando come una necessità nella “Società della Conoscenza”.
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Whiteboard
Lavagna interattiva multimediale (LIM)
che permette ai learners, in una classe virtuale, di vedere ciò che un docente
scrive o disegna. Viene anche detta smartboard o electronic whiteboard.
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Widget
Unitamente al
web 2.0, i widget sono piccoli programmi di supporto che appaiono sul desktop
di un computer. Ad esempio un traduttore rapido, notizie meteo o un piccolo
calcolatore, che possono essere scaricati sul computer dapprima sotto forma di
applicazione.
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Wiki
Un progetto
collettivo, in cui le informazioni vengono aggiunte da più utenti collegati tra
di loro. La creazione di questo tipo di contenuti viene spesso denominata
Crowdsourcing. Il wiki più conosciuto è il Wikipedia, l’enciclopedia on-line
presente nata nel 2001.
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WMS
(Workflow Management System)
Consiste in
un’applicazione che definisce, crea e gestisce i flussi di lavoro (workflow)
interagendo con i partecipanti e/o utilizzando applicazioni esterne, al fine di
automatizzare la gestione dei processi produttivi o amministrativi basati sul
passaggio delle informazioni o dei documenti.
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Workgroup
Filosofia di
lavoro che permette, attraverso una rete di computer, di scambiare o aggiornare
insieme a più persone informazioni, come fogli di lavoro, archivi e documenti.
Necessita di un software specifico, denominato “groupware”.
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WWW
(World Wide Web)
È la parte multimediale di
internet; in altre parole è l’insieme dei siti web su internet; questi
siti possono essere esplorati
utilizzando i collegamenti ipertestuali
(link). Collezione di pagine costruite in HTML e sparse sui computer di
tutto il mondo connessi ad Internet.
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WYSIWYG (What You See Is What You
Get)
Letteralmente “ciò che vedi è ciò che
ottieni”, tecnica che consente di vedere immediatamente sullo schermo video il
risultato delle operazioni effettuate.
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