Da spintoni e insulti faccia a faccia, tra gli
adolescenti si sta passando a minacce sul telefonino o in rete. Il fenomeno sta
raggiungendo proporzioni preoccupanti e gli esperti lanciano l’allarme. Per
“cyberbullismo” si intende ogni tipo di minaccia, molestia, intimidazione che
arrivi tramite internet e le nuove tecnologie, attraverso i social network, con
sms o telefonate sui cellulari, su siti, forum e chat online. Tale fenomeno
negativo ha molte forme per manifestarsi, come tante sono le possibilità
offerte dai nuovi strumenti di comunicazione. Secondo l’ultima ricerca di
Telefono Azzurro, circa il 15% degli studenti italiani ha dichiarato di essere
stato vittima di bullismo o cyberbullismo. “Il bullismo ha trovato in internet
e nei social network un terreno molto fertile per affondare le sue radici e
crescere in maniera incontrollata”, si legge nella brochure di presentazione
della ricerca.
Il cyberbullismo si distingue da bullismo
tradizionale per almeno tre caratteristiche: anonimato, pervasività e
persistenza. Senza contatto diretto, infatti, la capacità di capire quale sia
l’impatto di provocazioni e umiliazioni sulla vittima diminuisce. Il fatto di
rimanere anonimi attenua il senso di responsabilità, sia per chi minaccia, sia per
chi sta a guardare. Internet, inoltre, permette in qualsiasi momento di
diffondere contenuti, in questo caso minacce e intimidazioni, in maniera
istantanea, senza alcun controllo e all’infinito. Infine, un video o una foto
imbarazzante possono rimanere su internet per molto tempo, anche quando
l’episodio di bullismo è cessato.
Negli episodi di bullismo si pensa molto al “bullo”
e molto meno a chi assiste alla minaccia o molestia. Eppure il ruolo dei
cosiddetti “osservatori” è fondamentale e su questo è importante
responsabilizzare i ragazzi, perché è difficile che un bullo prosegua con le
sue provocazioni se non ha intorno un pubblico sostenitore o che comunque lo
osserva. Per questo è molto importante che i ragazzi vengano responsabilizzati,
dalle famiglie e dalle scuole, e capiscano che non devono rimanere in silenzio,
perché solo rompendo il silenzio possono impedire il ripetersi di queste
prevaricazioni, che possono avere conseguenze anche gravi. Il silenzio, però,
ad oggi, è un comportamento molto diffuso. Dalla ricerca condotta dal Telefono
Azzurro, su oltre 5mila ragazzi risulta che il 46% di loro non ha reagito per difendere
la vittima di bullismo, rimanendo a guardare o ignorando quanto stava
accadendo.
Nei casi di cyberbullismo è possibile consultare i
consigli di Telefono Azzurro, nelle sezioni dedicate del relativo sito internet
(www.azzurro.it), oppure chiamando il
numero 19696.
http://www.infooggi.it/articolo/la-minaccia-inquietante-del-cyberbullismo/43652/
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