I nuovi strumenti di
comunicazione mediatica e più in generale i social network, sono ormai
utilizzati, con risultati più o meno soddisfacenti in qualsiasi ambito
professionale e relazionale. Si parla di Web 2.0, dove la comunicazione e la condivisione
delle informazioni e della conoscenza la fanno da padrone. E così i nuovi
social media “sbarcano” anche nel campo della politica (si pensi alle scorse
elezioni), e tra un “tweet” e un “post” ci si inizia a chiedere se si può
parlare anche di Politica 2.0 e in che termini.
Qui è riportato un articolo che
porta a riflettere su quella che è la situazione della Politica 2.0 in alcune
realtà più o meno circoscritte del nostro Paese e quelli che possono essere gli
effettivi vantaggi derivanti da un cosciente e sapiente utilizzo dei nuovi strumenti web in tale
campo.
"Le difficoltà degli
amministratori locali nella comunicazione istituzionale"
Il linguaggio della politica oggi
è in continua evoluzione. Le elezioni parlamentari del febbraio scorso sono
state il primo vero esperimento di Politica 2.0, cioè la comunicazione politica
incentrata sull’utilizzo del web e quindi dei social network. Tanti politici, e
non solo i nuovi, “twittano” news, indiscrezioni e pubblicano su facebook
notizie più o meno in anteprima che influenzano e non poco il modo di fare
informazione, “costringendo” i giornalisti o almeno chi di loro vuole “stare
sul pezzo” a seguirli anche sul web.
Questo rapporto multimediale tra
mondo dell’informazione, cittadini e rappresentanti istituzionali è ancora
parecchio lontano dal modus operandi
della politica nostrana. Dove il palazzo di vetro sbandierato nelle campagne
elettorali resta di cemento armato. I siti internet dei comuni dell’Alto Jonio
sono ridotti all’essenziale, poco dinamici e poco attraenti per i cittadini. Ma
realizzati nella maggior parte dei casi per ottemperare ad un obbligo di
trasparenza imposto dal legislatore.
I social network invece sono
ancora meno considerati o utilizzati in maniera elementare e poco incisiva.
Quasi nessun comune è dotato di un profilo facebook o twitter ufficiale e
pochissimi sindaci comunicano con i loro cittadini in questo modo,
sottovalutando l’enorme efficacia della rete. Ma spesso utilizzano facebook in
maniera goffa rischiando di trasformare in un boomerang una buona occasione per
avere un ritorno di immagine.
Ma alla base di tutto ciò c’è la
scarsa propensione dei nostri amministratori ad investire su un piano di
comunicazione serio e professionale, affidandosi il più delle vote
all’improvvisazione. E i risultati si vedono.
(Articolo di V. La Camera, tratto
da Paese 24 Magazine, maggio 2013)
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