sabato 12 gennaio 2013

E-Learning & Net-Learning

In un'economia che si basa sulla propagazione della conoscenza in un bacino di usi più esteso possibile, la rete che assicura canali veloci e globali alla propagazione non è un accessorio, ma un ingrediente essenziale.
Nell'economia del primo capitalismo, la rete di propagazione delle conoscenze era di tipo tecnico-scientifico e si basava essenzialmente sulla circolazione internazionale delle macchine e dei nuovi materiali. Ma, come si può capire, si trattava di una circolazione lenta e parziale, dal momento che le macchine incorporavano solo la conoscenza traducibile in movimenti meccanici e in proprietà tecnologiche date. Bisognava quindi prima tradurre le conoscenze disponibili in questa forma e poi mettere in circolazione macchine costose, richiedenti un forte investimento di capitale, facendole lavorare in contesti in genere disadatti o comunque diversi da quello di origine. La meccanizzazione si è dunque propagata lentamente e in modo diseguale nel mondo, essendo condizionata dalla disponibilità di ingenti capitali e da rischi elevati.
Nel fordismo la rete tecnologica è stata integrata e in parte sostituita dalla rete organizzativa, ossia dalla crescita dei canali di propagazione proprietaria interni alle grandi imprese, partendo da grandi imprese nazionali per finire con grandi imprese multinazionali. Il limite è dato dalla natura autarchica delle reti proprietarie e dai tempi necessari per estendere i volumi di un solo concorrente a scapito di tutti gli altri.
Dagli anni settanta in poi, la propagazione si è avvalsa di una rete di relazioni di tipo territoriale (capitale sociale). In questo caso, le imprese possono rimanere piccole (come accade nei distretti), senza ostacolare la propagazione delle conoscenze a scala locale, perché la contiguità fisica e culturale consente di specializzarsi nelle filiere, di copiare o imitare quello che fanno gli altri, di acquistare macchine, componenti, lavorazione o servizi dagli specialisti locali. Il limite sta nel fatto che il bacino di propagazione è necessariamente limitato all'area locale. Le cose cambiano con Internet e con la New Economy: per la prima volta si ha la possibilità di una propagazione istantanea e globale, di tipo non proprietario, ma aperta alla divisione del lavoro tra molti attori autonomi, anche di piccola dimensione. Sembra la quadratura del cerchio (massima propagazione possibile), ma non lo è: il limite è dato dal fatto che la propagazione è massima e a costo minimo solo se le conoscenze che vengono propagate da Internet sono codificate e automatizzate.
Negli ultimi anni, gli usi di Internet si sono evoluti rispetto a questo modello iniziale, che era in parte illusorio, perché non teneva conto del fatto che la conoscenza è utile soprattutto in situazioni complesse (varie, variabili e indeterminate), che sono quelle in cui la codificazione e l'automazione risultano spesso difficili o controproducenti. L'uso di Internet si evolve per tener conto della crescente complessità del mondo contemporaneo a tutti i livelli, affiancando ai canali in cui corre conoscenza codificata o banale, canali in cui invece si utilizzano le facoltà dell'intelligenza umana, l'apprendimento interattivo, la condivisione di progetti e di innovazioni.
Di qui la conseguenza a cui allude la distinzione tra e.learning e net.learning: la rete può essere vista in due modi abbastanza diversi. Ossia, come strumento per distribuire a costo zero e in tempo reale conoscenza pre-codificata (informazione), indifferente al contesto di uso; o come strumento per mettere in comunicazione, ad un costo più alto e in tempi non nulli, persone che si attrezzano - mentalmente, operativamente, fiduciariamente - per interagire tra loro nonostante la barriera della distanza.
I due modi di impiego della rete non si escludono: solo che è equivoco usare lo stesso termine per denotare due cose molto diverse. Il primo uso, quello che in genere si associa al prefisso e., mette in campo computers e procedure automatiche, con grandi economie di replicazione, grande rigidità e poca capacità di adattamento e di apprendimento. Il secondo uso, che si associa in genere al prefisso net., mette invece in comunicazione uomini e contesti che possono, attraverso la rete, avere un interscambio ricco e problematico, trattando situazioni complesse e realizzando forme condivise di innovazione, sperimentazione e apprendimento. Diciamo che il primo è produzione di massa, il secondo è produzione innovativa e personalizzata. Ma in ambedue i casi si genera valore attraverso la propagazione della conoscenza in rete.
Riportando questa demarcazione nei processi di formazione e apprendimento, diventa chiaro che l'e.learning è una forma di learning che usa la rete solo per avere materiali, procedure, accessi pre-codificati e a basso costo. Il secondo invece usa la rete per creare un processo sociale tra persone che a vario titolo partecipano ad un percorso di innovazione, sperimentazione e apprendimento. Le cose banali possono essere risolte col primo, le cose complesse richiedono il secondo procedimento. Inoltre, nel primo caso la rete viene utilizzata per disgiungere le persone che immettono in rete le informazioni e quelle che le usano, inseguendo il mito della disintermediazione; nel secondo caso, invece, la rete viene usata per congiungere chi produce la conoscenza, chi la trasferisce e applica a contesti diversi e chi, alla fine, la usa nella sua economia di consumo. Non si disintermedia, ma si collega, creando circuiti di comunicazione e interazione a distanza.

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