Il fabbisogno di archiviazione digitale per il marcato consumer supererà nel 2016 la cifra di quattromila miliardi di gigabyte. La quantità storica di device mobili caratterizzano l’era post pc in cui ci troviamo a vivere oggi, un momento storico in cui tutti siamo in grado di produrre e condividere quantità industriali di file testuali e grafici, gestibili in maniera più semplice e fulminea utilizzando i nuovi servizi di cloud computing, in quanto una tecnologia che permette l’utilizzo di risorse software e hardware in remoto, rendendo accessibili applicazioni e dati da qualsiasi luogo e con qualsiasi dispositivo.
Secondo i report elaborati da Gartner, proprio i servizi legati al cloud pubblico, attinente alle cosiddette reti aperte, sono in continuo aumento, tanto che anche la Commissione Europea ha da poco varato un piano per “liberare il potenziale del Cloud computing”, in quanto risulterebbe in grado di generare guadagni sia in termini monetari che occupazionali: si parla di un aumento annuo del Pil pari all’uno per cento (circa cento sessanta miliardi di euro) e due milioni di nuovi posti di lavoro.
Lo stesso termine “cloud computing” porta con sé qualcosa di innovativo e rivoluzionario dal punto di vista dell’impatto che questi nuovi servizi avranno nella nostra società. La novità non sta certo nell’utilizzo delle tecnologie, ma nel tipo e nella modalità di impiego delle applicazioni pratiche legate ad esse, sempre più svariate e interconnesse tra di loro. Quasi ognuno di noi possiede almeno una casella di posta elettronica e ne conosce le funzionalità basilari. Quest’ultima, però se opportunamente integrata ai servizi cloud, diventa una vera e propria piattaforma, in cui sincronizzazione, accesso e condivisione dei documenti diventano sempre più facili e soprattutto immediati, senza il rischio di intasare gli inbox o farsi bloccare dai servizi aziendali. Ma tali applicazioni possono riferirsi anche a contesti e argomenti più “ludici” o (ri)creativi. Ad esempio il team work di Google Emea, sta sperimentano l’utilizzo e l’attivazione di una Universal orchestra, un’orchestra robotica, fruibile on line, composta da diversi elementi musicali, capace di creare melodie attraverso input provenienti da tutto il mondo.
Come, in definitiva, afferma Derrick de Kerchov, grande informatico moderno, “Opposto di twitter, che è l’allargamento diastolico del potere di intervento di ciascuno, il cloud computing è l’implosione della memoria e convergenza generale di ogni cosa.” Condivisione e creazione della conoscenza, attraverso l’integrazione dei servizi destinati alla sua gestione e al suo utilizzo.
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